I COLLEGI DI PADOVA
di Marialuisa Basilicata
Per concorrere al vantaggio e perfezionamento degli studi di quei giovani i quali avendo dimostrato disposizione a riuscire nelle discipline universitarie mancavano di mezzi per raggiungere il loro scopo, molti benefattori contribuirono all'apertura ed istituzione di vari collegi, nei quali molti studenti privi di fortuna potevano trovare vitto ed alloggio per far fronte alle spese di mantenimento e poter frequentare i corsi universitari.
Collegio Pratense.
Il Cardinale Pileo conte di Prata fondò nel 1390 con suo testamento, un collegio che a nome del fondatore fu chiamato Pratense, o anco "Del Santo" perché appunto insisteva in quella contrada. Da prima fiorente, a causa dell'assottigliamento delle rendite dei parenti del Cardinale, nel 1540 il numero degli scolari fu ridotto a sedici, quattro per ciascuna delle Nazioni (friulana, trevigiana, veneziana e padovana). Spettavano a ciascun scolaro per il periodo di cinque anni: 10 scudi annui, stanza sfornita, servitù pagata, uso di cucina. Venivano scelti dal Vescovo di Padova in concorso dei più vecchi delle famiglie Zabarella e Lion e del Priore del collegio. Il priore veniva eletto tra i più meritevoli dei collegiali, al quale si corrispondevano 5 ducati all'anno più degli altri colleghi che dimostravano stare ad esso soggetti e durava in carica 3 anni.
Ludovico Priuli, procuratore di San Marco, nel 1569, volle che, col residuo delle sue sostanze, fosse sostenuto un collegio nella propria casa per sei scolari con 100 ducati annui. Detto collegio era situato in Borgo Santa Croce. In seguito detta proprietà passò alla famiglia Papadopoli-Aldobrandini e successivamente alla famiglia Dolfin-Baldù e alla moglie Dolores Branca ( quella del Fernet), In questa sede durante la I guerra mondiale si insediò il gen. Cadorna , proveniente da Treviso, con le sue truppe. Nel 1947, la Compagnia di Santa Teresa del Gesù istituì ancora un collegio universitario, in seguito diventato asilo d'Infanzia primaria e secondaria di I° grado, ora Istituto Teresianum.
La zona Santa Caterina esisteva già prima della fondazione dell'Università e risale alla metà del XII° secolo. A Santa Caterina d'Alessandria fu dedicata la chiesa affianco al collegio omonimo. La Santa, per la sua abilità retorica e le sue conoscenze, divenne patrona dell'Università e i suoi simboli sono ancora visibili sullo stemma.Era moto venerata e commemorata ogni anno il giorno 25 novembre dall'Universitas Iuristarum.
Giacomo Arquà, medico e fisico, con testamento fatto nel 1304, ordinò che dai suoi capitali fosse detratta una somma per fondare un ospitale a Santa Caterina per sovvenire a 10 scolari di ogni nazionalità, fuorché padovani; avevano alloggio per 7 anni e servitù.
Aperto che fu, Francesco Novello da Carrara dichiarò i beni immuni da ogni gravezza. Il Senati poi protesse e tutelò la pia istituzione ( come risulta da un decreto del 7/11/1548) tendente a regolarla con provvide discipline e porla sotto la vigilanza dei riformatori dello studio.
Nel 1767 a causa delle pessime condizioni della casa gli scolari furono ridotti a cinque con 6 ducati annui ciascuno, un moggio di frumento senza obbligo di abitazione. Il collegio fu venduto nel 1778 e i proventi destinati al Collegio San Marco (attuale Mazz); quando fu chiuso anche questo collegio si distribuì la somma tra sei studenti.
Il titolo di amministratori del collegio passò alla famiglia Contarini e in seguito ai Pisani,Molin, Salvadego, Panziera e Zoppola che deteneva tale titolo nel 1840 (fonti Jacopo Collotta). Tuttora è Centro Universitario Patavino, unito ad altre attività.
COLLEGIO AMULEO
Con testamento fatto a Roma il Cardinale Marcantonio da Mula fondava in Padova un collegio in Prato della Valle (Oggi Loggia Amulea, costruita dopo l'incendio del collegio) per un numero di sedici patrizi della famiglia da Mula e per sostituzione, in mancanza dei Da Mula, di giovani patrizi Michiel, Pesaro, Gritti, Corner ecc.. con assegnamento di circa 60 ducati per il periodo di 5 anni.
Molti altri collegi furono aperti a Padova quasi sempre con lasciti testamentari per volontà di benefattori come il collegio Lambertini, scolari di Cipro, di Osimo, Piove di Sacco, Cattaro, Istriani ecc.. ho ritenuto di soffermarmi su quelli i cui edifici sono ancora presenti e visibili nella nostra città. |